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18-07-2024

Abuso d′ufficio: la "doppia ingiustizia" non può essere desunta in modo implicito

Corte di cassazione - Sezione VI penale - Sentenza 22 giugno - 4 ottobre 2023 n. 40428

LA MASSIMA Reati contro la pubblica amministrazione - Abuso d′ufficio - Elementi costitutivi - Doppia ingiustizia. ( Cp, articolo 323) L′ingiustizia del vantaggio o del danno assume un ruolo di rilievo all′interno della fattispecie di reato dell′abuso di ufficio, in quanto rappresenta la nota di disvalore che caratterizza e differenzia l′ambito degli abusi penalmente rilevanti dal mero illecito amministrativo. Accertata, dunque, la violazione della norma di legge o la mancata astensione, è proprio l′ingiustizia del risultato conseguito ad attribuire rilevanza penale alla condotta dell′agente: l′aggettivo "ingiusto" espressamente richiesto dalla norma incriminatrice postula la necessità che alla condotta abusiva si aggiunga un vantaggio perseguito dall′agente ovvero un danno cagionato che sia contra legem, nel senso che il risultato economico dell′azione deve essere tale da violare una norma dell′ordinamento diversa da quella incriminatrice (cosiddetta "doppia ingiustizia") [la Corte ha precisato che il profilo dell′"ingiustizia" non può essere desunto implicitamente dall′illegittimità della condotta, in quanto il requisito della doppia ingiustizia presuppone l′autonoma valutazione degli elementi costitutivi del reato].